sabato 14 luglio 2012

Fiori di banano condiscono emisferi cerebrali

Considerare le opzioni e misurarmi con le idee è sempre stata la mia principale attività mentale, da sempre direi. Diciamo che trovo fondamentale affrontare le situazioni sempre dal punto di vista mentale e delle idee in modo molto generale per poi poter scendere ad esempi pratici e concreti di ogni giorno, di ogni bisogno che bisogna soddisfare. Non che disdegni il lavoro pratico, lo faccio e lo eseguo con una sostanziale semplicità e senso grezzo dell'attività, ma al di sopra di tutto c'è l'organizzazione delle idee. Credo che un approccio epistemico del genere già esista e si possa chiamare con un nome preciso, tipo ragionamento deduttivo oppure inferenziale.. ma non ne sono molto sicuro e non sono un esperto. So bene però che la filosofia, l'epistemologia e le generalizzazioni mi hanno sempre aiutato moltissimo nella teoria. Dalla teoria alla pratica. Questo è sempre stato il mio approccio ma che qui in australia, vivendo una vita da immigrato e da fuggitivo senza casa viaggiando con un borsone che mi si è rotto da quando sono atterrato a Melbourne mesi fa, faccio fatica ad applicare. Cosa richiedono in teoria? Qual'è la teoria australiana del lavoro? Quali generalizzazioni o inferenze posso fare? Non me ne viene in mente mezza. Non capisco. Posso anche ragionare al negativo, cioè andare per eliminazione. Non è questo il problema, non è quello.. non è nemmeno questo.. in modo da mettere in luce cosa è effettivamente, cosa c'è di più vero rispetto ad altro meno vero. Ma non serve. Anzi, spesso vado incontro a ciò che mi fa sentire frustrato mi fa innervosire, cioè l'incoerenza. E' un po come far convivere una cicala e un criceto. In un modo o nell'altro convivono assieme e si conoscono, ma devono prima interagire per bene tra di loro fino a raggiungere un punto di equilibrio. Questo punto di equilibrio tra me e l'australia non riesco ancora a trovarlo. E' così davvero caotica? Se lo fosse, partendo dal presupposto che non credo alla casualità ma alla causalità, si può ancora generalizzare, pensando magari ad un attrattore caotico, ma niente da fare per ora. Sembra che l'australia resisti ad ogni tentativo di comprensione razionale. Eppure da qualche parte c'è uno sbocco, una comprensione, una chiave che mi sfugge. Le uniche cose che mi sento di fare e che hanno la caratteristica di essere riconosciuti a livello nazionale, caratteristica generale interessante per un interessante generalizzazione di una possibile teoria sull'australia, sono corsi di laurea australiani, certificazioni e assessment delle qualifiche e delle esperienze lavorative, oltre che ovviamente i visti.
Mi han detto che si possono avere più visti contemporaneamente e che tengono in considerazione solamente il visto più recente o meno stupido (aggettivo che con fatico riesco a capire cosa esattamente significhi per loro, cioè i loro criteri). Ed è una cosa alquanto dubbiosa perché sebbene ti dicano che i soldi li hai spesi e non vogliono farteli buttare mantenendoti il visto, non credo che puoi usufruire di più visti assieme sullo stesso passaporto. Ma devo chiedere. Staremo a vedere. Lasciando da parte il mio emisfero sinistro razionale, filosofico, meditativo e organizzativo, che ultimamente sta avendo delle riprese, un po come un motore ingolfato, e riconsiderando il mio emisfero destro che invece è quello ultimamente più attivo e attento e che mi aiuta a tagliare le piante delle ananas per farle apparire più belle, o a metterci delle gabbie per proteggere i frutti dagli opossum, posso concludere che ho la schiena bloccata. A mettere il fieno e a pensare a come deve apparire al meglio il panorama, mi si spacca la schiena mentre cerco di identificare la testa di una lumaca senza guscio minuscola che mi ha passato il collega. Per non parlare poi dell'umidità che si è accumulata nel terreno, con evidente muschio, fango e pozzanghere sparse un po per tutta la proprietà, che mi costringe a essere creativo ancora una volta e pensare che percorsi percorrere per evitare di farmi entrare l'acqua nelle calze. E di questo il mio collega ne ha esperienza, avendo le scarpe bagnate, mentre la nostra altra collega appena arrivata libera e contenta si bagna sotto la pioggia mentre lavora.
Insomma, i miei emisferi sono un po ingolfati, chissene frega se destro o sinistro. I miei muscoli reclamano un po di relax ma ormai la giornata di riposo è passata per rilassarmi ancora. C'è però un'espediente che mi da una mano. Pensare al negativo, questa volta come se fosse una pellicola del rullino, cioè pensare che non sto lavorando, ma sto avendo le giornate off, e che le giornate off sono lontane una dall'altra sei giorni. Il lavoro è solo un dettaglio. Un po come il fiore di banano che ci è stato suggerito come alimento e che abbiamo prontamente usato per condire il nostro piatto di pasta. Sapore? Un po amaro e un po dolce. Ma piacevole. Un po come le larve giganti e bianche trovate nei ceppi di legno che abbiamo scoperto che si possono mangiare sia arrostite nel fuoco che crude. E su questo però io passo.
Il pensare le cose e vederle da punti di vista diversi aiuta assai e a volte diverte anche, almeno per me è così. Ma non alla mia schiena. Speriamo che anche per il lavoro funzioni bene la teoria che sto tentando in qualche modo di organizzare. In questi mesi ho avuto la possibilità di sfruttare il tempo a disposizione per pensarle tutte, crearne di nuove e informarmi meglio. Vediamo di metterli in pratica. E' vero mi manca l'esperienza diretta, però son convinto che una buona teoria è meglio di qualsiasi pratica.

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